L’invadenza da parte delle televisioni e dei giornali nelle più tragiche vicende familiari dei nostri giorni deve suscitare una forte indignazione: non si può più rimanere semplici spettatori.
Quel frugare con le telecamere nell’espressione del volto di una persona che sta soffrendo, per rubare il suo dolore, il suo sconforto, quel porle delle domande che la fa commuovere, sino a farle piangere, per il giornalista è considerato un successo.
Cosi un respiro, un sospiro, una parola sussurrata, una lacrima, di un uomo, di una donna, di un bambino, diventano di colpo di dominio pubblico.
La realtà di una tragedia trasformata in una scena di una telenovela o di un film finiti male. Continua a leggere
Archivi mensili: Dicembre 2014
Il grande imbroglio del piccolo imbonitore.Ribellarsi è giusto
“Non dobbiamo avere paura, ci vuole coraggio, per guardare al futuro di un paese che per bellezza non ha pari al mondo”.
E’ l’accorato appello che Renzi ci fa tutti i giorni, quando parla in convegni, dibattiti, premiazioni, e persino, quando si reca all’estero.
Puntualmente le reti Rai ci fanno ascoltare queste parole per tutto il giorno e la notte.
Quello che dice non fa notizia, è un annuncio che mandano in onda come se fosse uno spot, tradendo lo spirito di servizio, che dovrebbe avere una emittente pubblica, dando lo stesso spazio a tutti i soggetti politici presenti nel paese.
Addirittura i concetti che esprime sono talmente penetrati nel vissuto della gente, che stanno riempendo gli spot pubblicitari di diverse aziende.
Perché il presidente del consiglio continua ad inviarci questo massaggio? Continua a leggere
Preferisco i pettegolezzi al gossip, il fascino al glamour. Parliamo con la nostra lingua per non perdere la faccia.
La lingua è l’immagine, il volto della nostra cultura, senza di essa, diventerebbe una cultura anonima.
Giacomo Leopardi, riferendosi al nostro idioma, commentava:”la guizzante vitalità di una lingua, quando si fa scrittura, tiene saldo l’ancoraggio al vivente, alla sua efflorescenza di forme, alla sua corporea e sensitiva immaginazione”.
Eppure,senza che ce ne rendiamo conto, dall’inizio del terzo millennio, aumenta in maniera esponenziale la presenza di termini inglesi nel linguaggio televisivo, nella scrittura dei giornali e nel nostro dialogare quotidiano.
Si usano per divertirsi, per sentirsi autorevoli o alla moda, intanto si danneggia il patrimonio della lingua italiana. E che patrimonio da Dante a Leopardi!
Quanto sono più belli e pregnanti “i pettegolezzi” rispetto al freddo e inespressivo “gossip” e sinceramente preferisco avere “fascino” che “glamour”, fare la spesa, piuttosto che lo “shopping”, spendo di meno.
Dal 2000 ad oggi sono entrati nel nostro parlare 9.000 termini inglesi su un totale di 800.000 termini, un incremento in 14 anni, di più del 773%.
Nel settore scientifico l’italiano è quasi morto,l’inglese spadroneggia nell’industria,nel commercio, nello sport, nella scuola, nella tecnologia,nella medicina,nelle canzoni e ora anche nella politica. Continua a leggere
Mano nella mano con il mistero.
Guardiamo le stelle in cielo e ci viene in mente la parola “mistero”, non è la verità, non è il destino; non ha senso battezzarlo, dargli un nome.
Potremmo chiamarlo universo, ma ci verrebbe subito da chiederci? è il solo?, ce ne sono altri?
E poi, come e quando è iniziato, se è iniziato.
C’è la teoria del Big Bang, secondo la quale l’universo si sta espandendo e raffreddando.
Si dice che tutto sia nato da una esplosione di una indefinita quantità di materia con una densità energetica estremamente elevata.
“E’ solo una ipotesi, non c’è una teoria alla base”, sottolinea l’autorevole astronomo canadese James Peebles.
Possiamo solo affermare che il nucleo di una stella, nel corso della sua vita, trasforma costantemente elementi chimici, come elio e idrogeno, litio, in elementi più complessi, come carbonio e ossigeno.
Quando la stella termina il suo ciclo vitale ed esplode, questi elementi si trovano a vagare per il cosmo, fino a che non vengono utilizzati da altre stelle che ne generano di nuovi, ancora più complessi.
Ce ne sono voluti più di 100, nel nostro pianeta, per far nascere la vita.
Nel cosmo ci sono miliardi di stelle, attorno alle quali ruotano miliardi di pianeti che hanno la stessa distanza che ha la terra dal sole. Continua a leggere
La paura della morte è figlia della morte provocata. Non esisteva ai tempi della morte naturale.
Da dove deriva la nostra paura, quella della morte?
Paura che, guarda caso, non conosce la piantina di gerani che si affaccia dal balcone.
Non dimentichiamoci mai di essere la più progredita specie dei predatori onnivori, apparsa sulla faccia della terra.
E’ vero, non andiamo più a caccia di prede animali e non raccogliamo le bacche, come facevano i nostri avi solo 12.000 anni fa.
Oggi alleviamo gli animali e coltiviamo le piante, le prede ce le produciamo in casa e risulta più elegante affermare che facciamo parte della specie Homo sapiens. Continua a leggere